irs a 20 anni
Interessi

Il tasso IRS a 20 anni: un indice del grado di rischio degli investitori

Oltre ai mutui a tasso variabile, esistono anche soluzioni indicizzate da interessi fissi e costanti, che non varieranno per tutta la durata del prestito.

Questa soluzione, se da un lato mette il cliente al riparo dalle oscillazioni dei tassi Euribor, dall’altro obbliga la banca a tutelarsi sul rischio derivato dal prestito: infatti grazie ad accordi con altri soggetti finanziari, il debito contratto con il mutuatario diviene oggetto di speculazione finanziaria.

Da qui nasce il cosiddetto tasso IRS, che varia in base alla durata del prestito. In questa sede ci occuperemo in particolare dell’IRS a 20 anni, cercando di capire come funziona questo indice e quali sono le sue attuali quotazioni di mercato.

Che cos’è il tasso IRS?

Il tasso IRS – acronimo inglese di Interest Rate Swap – è sostanzialmente un accordo di scambio (swap) tra soggetti finanziari, che prevede una somma precisa d’interessi da versare  in cambio dell’accollo del rischio derivato dal prestito di denaro.

In altre parole il mutuatario che stipula un contratto con la banca si trova a pagare gli interessi che la banca deve versare al soggetto con cui ha stretto l’accordo, oltre al cosiddetto spread, ossia il margine di guadagno della banca stesso, che ha una percentuale fissa che varia da banca a banca.

Quali sono le principali tipologie di IRS?

A seconda della durata del prestito esistono diverse tipologie di tasso; per quanto riguarda però nello specifico il comparto mutui, i due più utilizzati sono l’IRS a 20 anni e quello a scadenza trentennale, che ricalcano fedelmente i principali mutui stipulati dagli utenti.

Questo indice quantifica perciò gli interessi che il mutuatario andrà a pagare alla banca, la quale a sua volta li verserà nelle casse dello speculatore che si è accollato il debito. Il guadagno dell’istituto di credito sta quindi nel cosiddetto spread, ossia il differenziale che viene messo in aggiunta all’indice dell’IRS a 20 anni.

È chiaro che meno dura il mutuo, minore sarà la quota d’interessi da versare, in virtù di un lasso di tempo meno rischioso per lo speculatore.

Cosa determina il valore dell’IRS a 20 anni e di tutti gli altri tassi fissi?

Le variazioni dei tassi IRS sui mercati finanziari sono dovuti principalmente ai seguenti fattori:

  • le oscillazioni dei Bund Tedeschi;
  • i mercati obbligazionari;
  • le incertezze derivate dalla situazione economica dell’Eurozona.

In riferimento a quest’ultimo punto, va sottolineato come il valore del tasso IRS, sia questo a 20 anni, così come a 30 o a 15, non ha nulla a che fare con il valore dei prestiti interbancari o con il tasso della BCE relativo al costo del denaro: infatti i valori dell’IRS sono una mera cartina di tornasole  delle incertezze dei mercati finanziari.

Ciò significa che quando le borse si aspettano tassi più alti per il futuro, l’IRS di conseguenza sale; viceversa, se le previsioni degli analisti di mercato sono positive, i tassi IRS scendono.

Rispetto all’Euribor non ci sono perciò valori determinati dai principali istituti bancari europei, i quali fissano un prezzo per il proprio denaro prestato; di qui la fissità di un tasso, l’IRS, che rispecchia soltanto il grado medio di rischio che gli investitori si accollano nel prestare soldi alle banche.

Stando a quanto riporta il sito Telemutuo, il valore del tasso IRS a 20 anni per il giorno 28 febbraio è pari all’1,57%.

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