I tassi mutui, come sappiamo, sono del tipo fisso o variabile. La domanda ricorrente è sempre la stessa: conviene più un tasso costante nel tempo, oppure essere soggetti alle fluttuazioni del mercato dei prestiti interbancari?
In questa sede cercheremo di delineare perciò le principali differenze tra i 2 tassi per mutui, capendo i lati vantaggiosi di entrambi allo stato attuale, e al tempo stesso lasciandovi libertà di scelta.
I mutui a tasso fisso
Il tasso fisso è generalmente il tipo di prestito più richiesto, poiché la rata dell’importo, per tutta la durata del mutuo, non subisce alcun cambiamento. Di norma l’indice di riferimento per questo tipo di soluzione è l’IRS, di cui abbiamo già avuto modo di parlare in altre occasioni, e che ha un’aliquota percentuale variabile in base alla scadenza selezionata dall’utente.
L’IRS a 20 anni ad esempio supera oggi di poco l’1% cifra richiesta, contro l’1,34% del 2015.
Tuttavia la fissità del tasso, in questo momento di flessione del mercato immobiliare, e visto il calo dei tassi relativi ai prestiti interbancari, valutare mutui con tasso variabile può essere una buona occasione.
I mutui a tasso variabile
I tassi variabili dei mutui sono connessi come sappiamo all’Euribor, che a seconda della scadenza (annuale, trimestrale, mensile o anche giornaliera) registra oscillazioni significative. Di solito il tasso di riferimento più utilizzato è l’Euribor a 3 mesi, il quale attualmente ha registrato un saldo negativo, con un valore del -0,28%.
È chiaro che i tassi dei mutui variabili risentiranno fisiologicamente di un rialzo a lungo termine, in quanto la parte peggiore della crisi, a detta degli economisti, è ormai alle spalle; tuttavia iniziare a pagare per 5 o 10 anni con un tasso variabile, per poi eventualmente tramutarlo in fisso – sempre che questo sia permesso dalla banca – è una buona soluzione.
Qual è la scelta migliore?
Analizzati i due principali tassi per i mutui, vediamo ora di capirne pregi e difetti.
Se da un lato un tasso fisso offre una rata stabile nel tempo, dall’altro questo non può risentire dei favorevoli effetti della crisi di mercato attuale, il che si traduce con un maggior costo nell’immediato, che però a lungo termine può ripagare in quanto prima o poi il costo del denaro tornerà ad aumentare.
Il tasso variabile d’altro canto rappresenta una soluzione vantaggiosa a breve termine, in quanto ora si registrano addirittura saldi negativi degli interessi sui mutui, e considerando che molti dei prestiti sono del tipo alla francese – cioè pretendono il pagamento in anticipo degli interessi attraverso il pagamento della rata – si possono avere vantaggi economici non indifferenti.
È d’altronde vero che il rischio dell’aumento dei tassi sui mutui e sui prestiti interbancari è concreto; perciò a voi sta scegliere se osare di più in un periodo favorevole, oppure stare certi di pagare un quantitativo di denaro ragionevole per acquistare la vostra casa.
A seconda quindi della vostra stabilità economica, della vostra tipologia di lavoro, ma soprattutto considerando la durata globale del mutuo, andrete a scegliere i tassi più idonei alla vostra situazione.