Esattamente in posizione intermedia tra il tasso semestrale e quello annuale, l’Euribor a 6 mesi rappresenta uno dei tassi maggiormente applicati da banche e finanziarie sui mutui a tipologia variabile.
Vediamo quindi di capire come nasce questo tipo di tasso e come si colloca a livello di valore rispetto agli altri indici Euribor.
Quando nascono i tassi Euribor?
I tassi Euribor nascono nel 1999, con lo scopo di unificare i singoli indici di riferimento di tutti i paesi europei. Un passo che fa seguito all’adozione della moneta unica e all’unificazione dei mercati commerciali e delle merci.
Come si differenziano tra loro i vari indici?
Abbiamo già avuto modo di illustrare come il valore percentuale crescente dei tassi Euribor sia direttamente proporzionale alla durata del prestito interbancario, con la conseguenza che gli interessi di un prestito a 3 mesi saranno inferiori rispetto a un mutuo soggetto a un Euribor a 6 mesi, proprio in virtù della diversa scadenza.
Tuttavia l’attuale situazione del mercato finanziario ha reso le differenze tra i vari Euribor molto sottili, con valori che in alcuni casi si differenziano per pochi centesimi di euro. Un differenziale esiguo, ma che comunque ha un qualche peso se calcolato su base annua.
Cosa influenza il valore dell’Euribor a 6 mesi?
Al pari degli altri tassi, l’Euribor a 6 mesi è soggetto alle quotidiane fluttuazioni del mercato, che vengono pubblicate alle 11 in base alla loro media ponderata: infatti sono le banche stesse a definire la quota d’interessi per un prestito semestrale, col risultato che il tasso finale pubblicato ogni giorno rappresenta una media effettuata sui valori riportati da queste ultime.
Oltre a questo, il valore dell’Euribor è influenzato di seguenti parametri:
- il tasso Bce;
- il prezzo del petrolio;
- l’indice di inflazione.
Quali vantaggi porta un mutuo soggetto al tasso Euribor?
Rispetto ai mutui a tasso fisso, il cui riferimento è l’indice IRS, quelli variabili beneficiano dell’eventuale basso costo del denaro: infatti stando alle quotazioni riportate dal sito Telemutuo (www.telemutuo.it), il valore medio dell’Euribor a 6 mesi in data 27 febbraio è stato pari a -0,27%; ciò significa che il costo del denaro è talmente basso da incidere in maniera positiva sulla rata del mutuo, facendo risparmiare chi ne sta usufruendo.
È chiaro che le tendenze degli ultimi anni hanno di fatto azzerato la differenza tra tassi fissi e variabili, in virtù della crisi immobiliare e finanziaria globale scoppiata nel 2008; tuttavia vi è stato un periodo in cui la differenza tra i vari indici Euribor era sostanziale, così come tra questi ultimi e l’IRS, ossia l’indice di riferimento per i mutui a tasso fisso.
Chi ha sottoscritto da qualche anno un mutuo a tasso variabile – indipendentemente dal tipo di Euribor a cui era soggetto – ha perciò beneficiato di un notevole risparmio sugli interessi da pagare nella rata mensile.
Quali sono gli svantaggi derivati da un mutuo a tasso variabile?
Lo svantaggio di un mutuo a tasso variabile è comunque l’incognita derivati da un fisiologico – anche se imprevedibile – rialzo del mercato, con la conseguenza che l’Euribor a 6 mesi potrebbe nuovamente aumentare in percentuale, facendo di conseguenza lievitare l’importo della rata del mutuo.